Curiosità del 28/09/2014

Religioni in Brasile: culti Afro-brasiliani

Domenica 28/09/2014 - Alcune tradizioni sono sopravvissute alla storia grazie ad alcuni culti tramandati dal periodo dello schiavismo africano

I primi schiavi africani, portati in Brasile nel 1530, appartenevano alle popolazioni bantù dell'Angola e del Congo, mentre nuclei minori provenivano dal Mozambico e dal Madagascar.

Successivamente ne furono imbarcati da Costa d'Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Guinea, Gabon, Guinea Bissau.

Tante culture, che comprendevano lingue, costumi, credenze, storia, leggende, alimentazione, musica, danza, abbigliamento e religioni nel tempo si modificarono e subirono ìn?uenze di vario tipo: i culti africani cominciarono a perdere in diversa misura, alcune delle loro caratteristiche originali.

Nonostante la fiera opposizione e le azioni repressive condotte dai Portoghesi all'inizio del periodo coloniale, gli Africani riuscirono a conservare le proprie tradizioni attraverso una forma superficiale dl sincretismo sino a che nel diciannovesimo secolo, una serie di dispense facilitarono la conservazione della cultura africana, fatto che va attribuito tuttavia più disinteresse da parte dei proprietari di schiavi portoghesi e della stessa gerarchia cattolica che chiedeva solamente una superficiale conversione, che a una strenua resistenza ai modelli europei.

Staccati brutalmente da famiglia, villaggio e tribù delle terre natie, molti neri accettarono di ricevere i sacramenti e partecipare alle funzioni cattoliche senza però rinunciare alle antiche credenze e rituali.

Il contatto con gli Indi indusse gli Afrlcani ad adottarne alcune credenze: dagli Indi appresero il modo di conservare cultura e valori autoctoni.

Sotto la pressione del Cattolicesimo ufficiale, riuscirono a collegare gli dei del continente nero, gli Orixas, ad alcuni santi della Chiesa di Roma.

La prima regione ad accogliere schiavi neri fu Bahia, dove si venerarono il maggior numero di Orixås, le divinità derivate dal Jeje-nago della Guinea portoghese, oggi Guinea Bissau.

Sono le divinità che costituiscono le fondamenta del culto candomblé, ritenuto il più vicino alla matrice africana.

Lo stato di Bahia è ancor oggi il maggior centro di pratica del candomblé, che sembra divenire il culto più diffuso e popolare di tutto il Brasile.

Gli antichi rituali che si conservarono in Brasile, non si mantennero invece negli Stati Uniti, dove, anche se gli schiavi provenivano dalle stesse regioni africane dalle quali erano stati importati quelli brasiliani, gli attuali abitanti di colore hanno pressoché completamente dimenticato le antiche divinità per l'influenza della fede protestante che vietava quei culti e che scoraggiava anche fra i propri fedeli la venerazione dei santi.

Gli schiavi che giunsero nella provincia di Rio de Janeiro provenivano dalle tribù bantù dell'Angola; in quest'area si è affermato, come derivazione del candomblé, il culto umbanda, noto alle origini sotto il nome di macumba.

Mentre il primo si diramò dalle terre di Bahia al Pernambuco, al Maranhao e al Rio Grande do Sul, da Rio il culto macumba o umbanda raggiunse lo stato di San Paolo e, parzialmente, quello di Minas Gerais.

Questi culti africani sono praticati anche in altri paesi dell'America Latina.

Il termine candomblé, ufficialmente registrato per la prima volta nel 1828, in occasione di una rivolta di schiavi neri avvenuta a Cabula, nei pressi di Salvador de Bahia ha attualmente più significati.

Indica il luogo di culto, lu setta stessa, e i suoi rituali.

Per la maggior parte dei fedeli, il culto candomblè ha una connotazione precisa: è la continuazione di tradizioni e credenze erditate da antenati vissuti in una mitica terra lontana.

Le manifestazioni collegate ai grandi festival, sono patrimonio di tutti gli adepti, ma molti rituali e funzioni lo sono dei soli iniziati.

Il candomblé si basa sul credo dell'esistenza di una divinità suprema, Olorum, creatore di Obatala e Oduluá, rispettivamente il Cielo e la Terra, uniti allo scopo di dare la vita attraverso Iemanjá (le acque) e Aganjiu (la terraferma).

Questi ultimi hanno un figlio disonorato: Orunga, l'aria.

I principali Orixás, gli dei, abbinati ai santi cattolici, sono: Ogun, dio del ferro, Sant 'Antonio; Omolu, dio della malattia, San Lazzaro; Xangó, dio del tuono, San Gerolamo; Oxumara, il serpente servo di Xangó, San Bartolomeo; Oxossi, dio della caccia, San Giorgio; Logun Edê, per metà anno uomo e per metà donna, Sant'Espedito. Poi le tre mogli di Xangó: Jansa, dea dei venti e delle tempeste, Santa Barbara; Oxum, dea delle sorgenti e della bellezza, Nostra Signora delle Candele; Obá dea dei fiumi. Il quadro si chiude con Exu, non propriamente un Orixá ma un messaggero fra dei e uomini.

Il rituale candomblé in inizia il mattino con il sacrificio di un animale agli Orixás alla presenza dei soli iniziati; prosegue poi nel pomeriggio con una cerimonia pubblica durante la quale vengono elevati agli dei canti accompagnati dal rullo dei tamburi: i visitatori possono chiedere consigli, in modo particolare il martedì, giorno ritenuto più propizio.

Il culto umbanda non accetta il Concetto del peccato originale, ma crede che l'uomo sia sottoposto alla sofferenza come punizione di atti commessi in una vita precedente: ognuno deve impegnarsi per il miglioramento spirituale seguendo i principi della religiosità e della carità.

Nel 1908, nel solo stato di Rio de Janeiro, sono stati contati 32000 centri di culto umbanda, e si stima che in Brasile vi siano 30 milioni di seguaci che fanno capo a più di 100000 centri.

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