Curiosità del 22/09/2014

Religioni in Brasile: il Cattolicesimo

Lunedì 22/09/2014 - Storia della religione cattolica in Brasile, la conversione dei colonizzatori portoghesi e il culto odierno

In termini numerici il Brasile è il più vasto paese cattolico del mondo.

La colonizzazione fu sostanzialmente opera congiunta dello Stato portoghese e della Chiesa Cattolica.

Le bolle papali del 1455 e del 1515 costituirono i fondamenti giuridici che legittimavano il controllo della Chiesa sulle colonie da parte del re del Portogallo e dei suoi eredi.

Scopo ufficiale della colonizzazione era la conversione degli indigeni al Cristianesimo, anche con la forza se necessario, 'croce e spada coalizzate'.

La parte predominante nell'opera di cristianizzazione degli Indi fu sostenuta dai Gesuiti, sette dei quali giunsero al seguito del primo governatore generale Tomé de Sousa nel 1549; anche altri ordini, in particolare i Benedettini e i Francescani, si impegnarono nella colonia.

Per proteggere i convertiti dalla cattura e dalla schiavitù e per integrarli nella società brasiliana, i Gesuiti li raccolsero in villaggi-missioni, situati in buona parte nei territori dell'interno.

I nativi tuttavia, mantennero anche dopo battezzati antichi costumi inaccettabili per la morale cristiana, come la poligamia e il cannibalismo.

I Gesuiti fondarono la prima scuola nel 1550 nella provincia di Bahia.

In questa scuola, come in quelle che sorsero successivamente, venivano inviati dal Portogallo fanciulli orfani, perché fossero awiati alla carriera ecclesiastica; scuole confessionali e monasteri rimasero sino al diciannovesimo secolo le uniche istituzioni in grado di garantire una regolare istruzione ai giovani brasiliani che poi completavano gli studi in Portogallo, presso l'Università di Coimbra.

La prima scuola cattolica femminile fu fondata un secolo più tardi, nel 1667, a Salvador de Bahia ed era frequentata da fanciulle di famiglia aristocratica o molto agiata che venivano accompagnate da schiave nere che restavano al servizio delle loro padrone persino quando queste, successivamente, entravano in convento.

I missionari erano animati da nobili intenzioni, ma la possibilità di accumulare enormi fortune nella colonia attirò dal Portogallo preti avidi, che divennero proprietari di grandi possedimenti in cui lavoravano gli schiavi.

lnoltre il facile arricchimento portò alla decadenza morale in seno alla gerarchia cattolica della colonia.

Successivamente si fecero sentire in Brasile gli effetti provocati dalle attività della Santa lnquisizione in Portogallo.

ll Tribunale lnquirente di Lisbona deportò soprattutto i nuovi cristiani convertitisi dal Giudaismo, sospetti di praticare ancora l'antica fede: la popolazione della colonia si arricchì così di alcune centinaia di ebrei, le cui proprietà erano state confiscate e parzialmente assegnate agli stessi inquisitori.

La Chiesa si dedicò alacremente anche alla conversione degli schiavi africani che, dopo il battesimo, potevano godere di qualche diritto, in quanto un nome cristiano consentiva di ottenere un perniesso di residenza e il diritto al matrimonio, senza tuttavia migliorare la posizione sociale.

In Brasile il numero dei preti cresceva regolarmente: nel diciannovesimo secolo si ebbero grossi problemi con i nuovi sacerdoti giunti dal Portogallo, per la posizione di privilegio che i nuovi arrivati intendevano occupare rispetto ai credenti e in seno alle scuole e ai monasteri cattolici.

D'altro canto, i preti locali, sempre più indipendentisti, assumevano posizioni opposte a quelle ufficiali dello Stato portoghese e della Chiesa.

I Gesuiti acquisirono sempre maggior potere, oltre a gestire gran parte dell istituzioni scolastiche, avevano anche acquisito un'influenza enorme sulle classi dirigenti, e sulla Corte portoghese in quanto confessori della famiglia reale.

Oggetto di forte risentimento da parte dei coloni più ricchi, le missioni gesuite furono accusate di incitare alla rivolta armata la tribù Guaraní contro unità militari spagnole e portoghesi, intese a mantenere il territorio di Sacramento, nel sud del Brasile, nelle condizioni di entità semiautonoma, fuori dal controllo del governo portoghese.

Nel 1759, infine, traendo spunto da un fallito attentato alla vita del re Giuseppe I, avvenuto l'anno precedente, il marchese di Pombal emise una legge che bandiva i Gesuiti da tutti i territori sottoposti alla sovranità portoghese e ne confiscava i beni.

L'effetto in Brasile fu dirompente: vennero chiuse venticinque residenze della Società di Gesù, trentasei missioni destinate agli Indi e settanta scuole, con la conseguenza che la Chiesa si trovò ad affrontare un lungo periodo di crisi, soprattutto nel campo dell'istruzione.

Nel diciannovesimo secolo, la vita della Chiesa cattolica in Brasile fu segnata da radicali mutamenti: gli arcivescovi locali vollero riformare il Cattolicesimo coloniale per conformarlo alla dottrina universale della Santa Sede.

Il risultato fu l'europeizzazione della fede cattolica in Brasile, il recupero di prestigio e potere da parte di Roma e il potenziamento dell'organizzazione della Chiesa.

Vennero messi al bando i santi venerati per tutto il periodo coloniale, ma nella pratica fu impossibile rispettarlo, inoltre si enfatizzò l'osservanza dei servizi religiosi, innanzitutto le messe.

Il Cattolicesimo era in Brasile il prodotto della vita comune di portoghesi, indi, africani, meticci e mulatti adattato alle condizioni del Paese.

Le pratiche religiose del Cattolicesimo erano alquanto libere: accanto ai riti della liturgia ufficiale, si celebravano rituali popolari, e confraternite cattoliche negre indipendenti introducevano canti e danze africane nelle forme di culto.

Quando le scuole religiose, benchè riorganizzate, non riuscirono ad aderire completamente al nuovo schema cattolico ortodosso, i seminaristi furono inviati a studiare a Roma e in Francia.

La maggior parte delle scuole brasiliane erano rette da Lazzaristi, religiosi della congregazione della Missione di San Vincenzo de' Paoli (nome derivante dalla casa di Saint-Lazare) a Parigi, e a San Paolo da Cappuccini francesi.

Nel 1890, la Chiesa venne separata dallo Stato, dimostrando la tolleranza religiosa che caratterizza il Brasile moderno.

Il numero di preti brasiliani crebbe notevolmente insieme a quello dei sacerdoti provenienti dall'estero: fino a 10 anni fa, un terzo del clero cattolico del Paese proveniva da paesi stranieri, dal Belgio, dalla Francia, dal Portogallo, dalla Spagna.

Oggi in Brasile esiste, accanto alla Chiesa Cattolica ufficiale, una Chiesa Cattolica popolare sostenuta dalla base del clero, e da alcuni membri delle alte gerarchie.

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